I miracoli di Gesù

(030)

Guarigione del bimbo idrocefalo (122.7)

Sotto la tettoia vi sono degli zoppi, ciechi, muti; uno tutto agitato da un tremito; un giovanetto palesemente idrocefalo, tenuto per mano da un uomo. Non fa che mugolare, sbavare, dimenare il suo testone dall'espressione ebete. (......)
Gesù non nega a nessuno il miracolo. Bello quello dell'ebete al quale infonde intelletto con l'alito, tenendo poi il testone fra le sue lunghe mani. Tutti si affollano. Anche la (donna) velata, forse perchè c'è molta gente, osa avvicinarsi alquanto, e si pone presso la donna piangente. Gesù dice al cretino: "Io voglio in te la luce dell'intelletto per fare via alla luce di Dio. Odi: dì' con Me: 'Gesù'. Dillo. Lo voglio."
L'ebete che prima mugolava come una bestia, null'altro che un mugolio, farfuglia a fatica: "Gesù" anzi: " Gegiù".
"Ancora" ordina Gesù tenendo sempre fra le mani la testa deforme e dominandolo con il suo sguardo.
"Ge-sù".
"Ancora".
"Gesù!" dice finalmente il cretino. E l'occhio non è più così vuoto d'espressione, la bocca ha un sorriso diverso.
"Uomo" dice Gesù al padre. "Hai avuto fede! Tuo figlio è guarito. Interrogalo. Il Nome di Gesù è miracolo contro i morbi e le passioni."
L'uomo dice al figlio: "Chi sono io?"
E il ragazzo: "Il padre mio." L'uomo si stringe al cuore il figlio,......